sabato

giorno 19

Sono stanco, sono giorni  che mi interrogano in modo sempre più violento, si stanno innervosendo non poco. Non ho più scritto, né questo né gli altri libri, non ne ho avuto la forza: tornato in questa stanza ero stremato, con le ossa a pezzi. Ma almeno mi hanno fatto uscire più spesso da questa stanza chiusa.
Ieri mi hanno portato anche al di fuori di questo edificio. E' una sorta di piccolo villaggio, con piccoli viottoli scavati direttamente nella roccia viva e le case costruite occupando ogni piccolo anfratto di questa enorme caverna e livellando le varie terrazzine con pietre di ogni forma. Al centro, come già ho accennato, c'è una piazza regolare e la statua al centro è davvero quella della loro divinità, Eilistraee. Ieri mi sono venuti a prendere due di loro, già temevo un altro estenuante interrogatorio, ma invece di condurmi alla solita cella mi hanno fatto scendere delle scale fino ad arrivare all'ingresso dell'edificio. Una volta usciti mi hanno condotto in colonna per una stradina fino ad arrivare al centro del borgo, nel piazzale. Mi hanno fatto sedere per terra, a lato della piazza, potendo così assistere ad un loro strano rito attorno a quella statua. Un centinaio di drow, forse qualcuno di più, si sono sistemati tutti intorno alla Vergine Oscura, in modo casuale, e uno di loro, sicuramente il loro leader spirituale, ha parlato a gran voce della terra, del Faerûn, delle stelle e del sottosuolo; e ha ricordato che anche i drow sono figli della luce e non solo dell'oscurità e che un giorno anche questo popolo tornerà in superficie per appacificarsi con gli altri popoli e dare inizio ad una nuova era di pace. E ha aggiunto che forse non basta una comunità sola a rivoluzionare le cose, ma che è sempre da un qualcosa di piccolo che nascono le cose più grandi. Poi ha iniziato a cantare sottovoce una melodia, via via sempre più forte, e tutti gli altri elfi scuri si sono uniti al canto. Le loro voci echeggiavano nel sottosuolo, le pareti e la volta sembravano tremare lievemente, finchè ad un tratto il canto finì e alcuni drow si sono alzati e insieme hanno spento le torce ai lati della piazza.
Non so dire cosa è successo subito dopo, io non sono in grado di vedere al buio come loro, ma ad un tratto l'intera volta della grotta si è illuminata, puntinata di migliaia e migliaia di luci deboli e tremolandi, come se i minerali presenti in quelle rocce avessero iniziato a rispondere al canto dei drow. C'era qualcosa di magico, come se la trama si fosse infittita improvvisamente in questo luogo.
Sono rimasti tutti in silenzio, per lunghissimi minuti, finchè quelle "stelle" hanno smesso pian piano di brillare e le torce sono state riaccese. A quel punto gli elfi, senza pronunciare parola, si sono alzati e se ne sono andati. E i due di loro che mi controllavano mi hanno riportato qui. A dormire.

mercoledì

giorno 13

Dopo tanti giorni finalmente mi hanno portato a fare una doccia. Per arrivarci ho percorso un'altra serie di corridoi e sono sceso per un paio di piani. Le finestre che danno all'esterno sono molte ma non sono riuscito a vedere più di quanto avessi visto l'altro giorno. Finita la doccia non mi hanno portato subito qui, mi hanno prima portato nella cella degli interrogatori e nuovamente hanno iniziato a farmi delle domande: prima pacatamente, poi più energicamente, via via più furiosamente. Sono impazienti, impazienti di scoprire cosa so. Poveri illusi. Se solo avessi con me il mio bastone e la mia ocarina a quest'ora sarei già fuggito.
Ma le cose sembrano andare per il verso giusto, sembra siano intenzionati a portarmi presto all'esterno, fuori da questa immensa caverna, probabilemte di nuovo dove mi hanno catturato; se sono sulle tracce di un oggetto...è probabile che dove mi hanno trovato è anche il luogo che mi avrebbe condotto alla mia prossima meta. Non sono stupidi. Mi stanno tenendo buono, sento che hanno un piano ben preciso per ottenere ciò che vogliono. Prego solo che la mia volontà sia più forte della loro forza.

giovedì

giorno 11

Mi sento sempre più debole. Non avere grandi amici e parenti distrugge ogni speranza che qualcuno mi venga a cercare; ma almeno ora questi maledetti elfi hanno iniziato a tenermi più compagnia di prima.
Non hanno scelto me per caso, volevano me!! Stanno impazzendo perchè nemmeno con l'uso della magia sono riusciti a decifrare il diario di viaggio che portavo con me: anni di studi, ricerche e appunti, criptati con uno dei più potenti incantesimi presenti in tutto il Faerûn. E solo io ne conosco il segreto. Stanno serrando la morsa su di me, negli ultimi giorni sono stato condotto più volte in un'altra stanza, una vera cella, interrogato per ore ma ancora non hanno osato torcermi un capello, solo qualche schiaffo di tanto in tanto davanti al mio sguardo severo e sprezzante. Sperano che io li aiuti a decifrare il contenuto del diario, ma non ne ho la minima intenzione, non ancora almeno. Prima che mi catturassero ero convinto di essere giunto molto vicino a trovare quello che ho cercato per tutta la vita, e adesso che anche questi drow vogliono la stessa cosa...ne sono ancora più sicuro. Ma loro non devono trovarla. Se la spada sacra esistesse veramente e cadesse nelle mani degli elfi scuri, cadrebbe la credibilità dell'unica dea buona, Eilistraee, del pantheon drow...e nulla potrebbe più motivare quei pochi reietti buoni a combattere per tornare a vivere in superficie, in armonia con gli altri popoli elfici. Io già ho la certezza che questa spada esiste, l'ho vista anche nei miei sogni; non è solo un simbolo con cui La Vergine Oscura viene raffigurata, è la prova mistica che colei che professa aiuto ai viandanti, ai feriti e agli affamati...un tempo venne colta da pazzia e brandì quella spada per far loro del male, per azzittire le loro voci, per colmare i loro bisogni e placare il loro dolore...con la morte. Diverrebbe una dea crudele, tutto verrebbe stravolto nel pantheon drow e molte, troppe cose cambierebbero in modo imprevedibile.
Devo riuscire a fuggire da qui. E se non dovessi farcela, non devo cedere alle loro richieste. Farò in modo di farmi condurre all'esterno. Non so esattamente in quale parte del Faerûn mi trovo, ma qui sotto non è come avevo immaginato all'inizio. Quando mi hanno condotto nell'altra cella per interrogarmi ho percorso a piedi un lungo corridoio, e dai finestrotti che si succedevano ogni sette o otto metri ho visto l'esterno e ho notato che sono in un edificio alto, al di sopra di molti degli altri edifici e al di sotto di altrettanti altri. A dire il vero vi erano poche torce e lampade accese all'esterno, ma abbastanza per capire che è una sorta di cittadella sotterranea, con gli edifici arroccati verso le pareti dell'ampia caverna naturale, e al centro un piazzale di un centinaio di metri di diametro con al centro una statua, probabilmente quella della stessa Eilistraee.
E' ora di dormire, ho scritto già troppo, non vorrei si insospettissero dal momento che negli ultimi giorni ho avuto poco tempo e poca voglia di scrivere gli altri libri.


martedì

giorno 7

Non mi sento bene. L'aria umida e stantia che si respira qui dentro sta diventando insopportabile. Vorrei avere almeno qualche minuto di aria fresca, tornare alle foreste della mia terra. Sicuramente sono diversi metri al di sotto della superficie.
Questa mattina presto, ma mi è impossibile stabilire l'ora dal momento che scandisco il tempo in base a quando mi servono i pasti, due drow accompagnati dal terzo che mi serve quotidianamente i pasti sono entrati in questa cella: non hanno pronunciato parola ma mi hanno osservato molto bene i lineamenti per poi commentare qualcosa di incomprensibile poco dopo essere usciti. Non so cosa volessero ma sono sempre più convinto che io sia ancora in vita per un motivo ben preciso. Questa attesa è mentalmente sfiancante. Continuo a pensare alla mia vita, alla mia esistenza, al mio lavoro, alla mia famiglia...e nessuna valida ragione mi viene in mente per giustificare tutto questo; l'unica cosa è la faccenda della spada. E' la sola cosa che potrebbe, per un motivo o per l'altro, attirare l'attenzione e l'interesse di molti. La religione anche nel popolo elfico è sempre stata motivo di discussioni e di guerre, ma questa storia potrebbe segnare una svolta importante per tanti aspetti e per diversi ordini religiosi. Sì!! Forse la spada sacra è il motivo di tutto questo, ma potrebbe essere anche la mia salvezza.
Meglio dormire ora, sento le palpebre pesanti e le dita stanche per lo scrivere intenso di questi giorni, e addormentarsi di colpo cadendo su questo diario non sarebbe la cosa migliore, ne scoprirebbero l'esistenza e potrei fare una brutta fine.

giorno 6

I giorni passano lenti e questa stanza diventa sempre più stretta. Sto passando il tempo a scrivere un sacco di idiozie su uno dei libri vuoti, ho pochissimo tempo per scrivere su questo diario: da quasi tre giorni c'è un viavai più intenso qui fuori, rumori per buona parte del giorno fino a notte fonda, e ho un nuovo "amico". Ogni volta che mi portano un pasto o che mi vengono a riaccendere la candela la porta si apre e fuori, alle spalle dell'elfo incaricato, scorgo uno sgabello con seduto sopra un altro eflo scuro, più tozzo di un comune drow, ma sempre dalla pelle nera e capelli bianchi. Mi è praticamente impossibile scrivere sul diario rosso, la sua presenza qui fuori, e i continui rumori nelle vicinanze, rendono quasi impossibile accorgersi per tempo se qualcuno sta per entrare nella stanza; di notte poi la candela è spenta, non riuscirei a vedere nulla.

lunedì

giorno 3

Ho spento la candela per la notte...ma ho dovuto attendere due giorni prima che uno dei drow la accendesse nuovamente; è' difficile, devo stare attento ad ogni piccolo movimento perchè la sua luce è troppo debole per poterla tenere lontano da me.
Di notte regna il silenzio, ma poco prima dell'alba e poco dopo il tramonto si sentono molte voci non molto distanti da qui. Non riesco a capire quasi nulla, ma ogni tanto le voci si fanno più vicine e allora capisco che parlano di tutto e di niente, o almeno nulla che possa interessarmi.
Mi sento stanco, molto stanco. Vorrei fare un pasto decente, quanto mi manca la cucina di casa!! E invece due volte al giorno arrivano solo un tozzo di pane piuttosto generoso, un frutto e un bicchiere abbondante d'acqua che mangio e bevo avidamente.
Mi chiedo come mai io sia qui. Non ne comprendo il motivo, ma questo diario mi sta già facendo sentire meglio, è quasi di compagnia direi. Forse è stato solo un caso, è toccato a me come avrebbe potuto accadere a chiunque altro, la persona sbagliata nel posto sbagliato al momento sbagliato, oppure vogliono tenermi in ostaggio per ottenere qualcosa...ma da chi? E che cosa? O peggio ancora vogliono ottenere qualcosa da me...ma se così fosse mi avrebbero già interrogato...o torturato. E invece io sono qui, e mi degnano di ben poca considerazione. E se si trattasse della spada? Se tutto questo avesse a che fare con quell'oggetto sacro? Potrebbe essere, ma cosa potrebbe farsene il popolo del sottosuolo?! Meglio non passare troppo tempo a scrivere, forse vogliono davvero che io lo faccia, per questo mi hanno dato anche inchiostro fresco. Forse vogliono lasciarmi qui, solo, affinchè io scriva qualcosa che possa essere di loro interesse. Meglio nascondere questo diario il più possibile, magari scrivendolo solo di notte; lascerò a loro altri scritti, inutili, su uno degli altri libri vuoti che sono in questa stanza.

domenica

giorno sconosciuto

Luce. Luce!! Molti giorni sono passati, non saprei dire quanti, gli occhi mi fanno male ora. Solo una piccola candela mi hanno concesso, finalmente posso vedere dove mi trovo: tastando intorno a me avevo capito di non essere in una stanza vuota, ma ora mi rendo conto di non essere nemmeno in una cella vuota e polverosa; polverosa forse sì, ma non vuota. Ci sono libri, molti libri, per lo più illeggibili e una piccola scrivania con una sedia oramai zoppa. Mi hanno portato anche dell'inchiostro fresco e una piuma. Ci sono anche molti quaderni e libri vuoti, ancora da scrivere, forse era una cella-studio per qualcuno...moltissimi anni fa. Non lo so, ma spero di non stare qui dentro altrettanto a lungo.
Ho scelto questo, con la copertina in pelle rossa, rovinato ma non tanto come gli altri libri vuoti; ma forse dovrei chiamarlo più diario, da come ho iniziato a scriverlo.
Non ricordo molto di quel giorno, solo un frastuono e un colpo forte alla testa, poi il nulla. Non sono ferito e per ora mi stanno trattando con riguardo, a dire il vero non mi stanno trattando affatto: si limitano a portarmi i pasti nella completa oscurità che fino a poche ore fa regnava in questo luogo. La luce mi è stata portata da un elfo, dalla pelle nera e capelli bianchi, che per un lungo istante mi ha fissato con i suoi occhi di vetro per poi voltarsi e andarsene, chiudendo la pesante porta di legno dietro di sé. Sono elfi scuri, drow; sicuramente mi trovo in qualche edificio nel sottosuolo. Attendo, ma non so cosa.