giovedì

giorno 11

Mi sento sempre più debole. Non avere grandi amici e parenti distrugge ogni speranza che qualcuno mi venga a cercare; ma almeno ora questi maledetti elfi hanno iniziato a tenermi più compagnia di prima.
Non hanno scelto me per caso, volevano me!! Stanno impazzendo perchè nemmeno con l'uso della magia sono riusciti a decifrare il diario di viaggio che portavo con me: anni di studi, ricerche e appunti, criptati con uno dei più potenti incantesimi presenti in tutto il Faerûn. E solo io ne conosco il segreto. Stanno serrando la morsa su di me, negli ultimi giorni sono stato condotto più volte in un'altra stanza, una vera cella, interrogato per ore ma ancora non hanno osato torcermi un capello, solo qualche schiaffo di tanto in tanto davanti al mio sguardo severo e sprezzante. Sperano che io li aiuti a decifrare il contenuto del diario, ma non ne ho la minima intenzione, non ancora almeno. Prima che mi catturassero ero convinto di essere giunto molto vicino a trovare quello che ho cercato per tutta la vita, e adesso che anche questi drow vogliono la stessa cosa...ne sono ancora più sicuro. Ma loro non devono trovarla. Se la spada sacra esistesse veramente e cadesse nelle mani degli elfi scuri, cadrebbe la credibilità dell'unica dea buona, Eilistraee, del pantheon drow...e nulla potrebbe più motivare quei pochi reietti buoni a combattere per tornare a vivere in superficie, in armonia con gli altri popoli elfici. Io già ho la certezza che questa spada esiste, l'ho vista anche nei miei sogni; non è solo un simbolo con cui La Vergine Oscura viene raffigurata, è la prova mistica che colei che professa aiuto ai viandanti, ai feriti e agli affamati...un tempo venne colta da pazzia e brandì quella spada per far loro del male, per azzittire le loro voci, per colmare i loro bisogni e placare il loro dolore...con la morte. Diverrebbe una dea crudele, tutto verrebbe stravolto nel pantheon drow e molte, troppe cose cambierebbero in modo imprevedibile.
Devo riuscire a fuggire da qui. E se non dovessi farcela, non devo cedere alle loro richieste. Farò in modo di farmi condurre all'esterno. Non so esattamente in quale parte del Faerûn mi trovo, ma qui sotto non è come avevo immaginato all'inizio. Quando mi hanno condotto nell'altra cella per interrogarmi ho percorso a piedi un lungo corridoio, e dai finestrotti che si succedevano ogni sette o otto metri ho visto l'esterno e ho notato che sono in un edificio alto, al di sopra di molti degli altri edifici e al di sotto di altrettanti altri. A dire il vero vi erano poche torce e lampade accese all'esterno, ma abbastanza per capire che è una sorta di cittadella sotterranea, con gli edifici arroccati verso le pareti dell'ampia caverna naturale, e al centro un piazzale di un centinaio di metri di diametro con al centro una statua, probabilmente quella della stessa Eilistraee.
E' ora di dormire, ho scritto già troppo, non vorrei si insospettissero dal momento che negli ultimi giorni ho avuto poco tempo e poca voglia di scrivere gli altri libri.